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La crisi dell'expertise coincide oggi con il ruolo che le decisioni politiche e scientifiche hanno assunto nell'affrontare e risolvere problemi comunitari di enorme portata: dall'inquinamento ambientale all'immigrazione, dai vaccini alle pandemie. Da un lato urge una competenza da specialisti, acquisita per gradi, o il sapere tacito e incorporato dei "dilettanti per professione", che intercedono e traducono fra più saperi. Dall'altro queste conoscenze e capacità sono avversate, e tutti si sentono in diritto di dire la propria. È un paradosso. La rete è stracarica di informazioni alla rinfusa in un regime di consultocrazia, senza un'auctoritas che ne garantisca il rigore e con istruzioni per qualsiasi cosa: dalla salute all'alimentazione, dal sesso agli esami di maturità. L'esperto asociale, geloso del proprio lavoro o incapace di comunicarlo, è sostituito da un'anonima élite tecnocratica, che si impone sulla volontà generale, o dall'esperto social, rassicurante venditore di significato che decide per il collettivo pur non avendo fatto gavetta. Questo libro indaga i tipi di competenza - nelle lingue, in medicina, nella dietetica, a scuola, in informatica, nell'arte, in fotografia e in musica - per come si formano e per come vengono trasmessi e appresi oggi, in un'era in cui credenze alte ed energie del vivere coesistono con opinioni a bassa intensità e di rapida escussione.